venerdì 27 settembre 2019

"Il passato è una terra straniera", Gianrico Carofiglio


Bari, dicembre 1988. Giorgio Cipriani ha 22 anni e sta per laurearsi in giurisprudenza a tempo di record. E’ durante le vacanze di Natale di quell’anno, quando interviene in una rissa, che la sua conoscenza superficiale con un altro ragazzo si trasforma in un rapporto molto particolare.
Francesco ha due anni in più ed è studente fuori corso di filosofia. Un ragazzo bellissimo, dotato di un fascino magnetico. Ed è un baro di professione.
Stravolgerà la vita di Giorgio, tanto tranquilla da essere noiosa, trascinandolo nei nove mesi successivi sulla sua cattiva strada.
Mesi in cui un altro Giorgio, Chiti, tenente dei carabinieri, trasferitosi da poco a Bari dal nord Italia, sarà impegnato nella ricerca di uno stupratore seriale.
 
Pubblicato nel 2004 e vincitore del premio Bancarella 2005, è il primo romanzo di Carofiglio estraneo alla serie dell’avvocato Guerrieri che leggo e mi è piaciuto tanto quanto gli altri.

Amo il suo stile scorrevole, garbato e colto, che non cade mai in sgradevoli esagerazioni. Amo la grande introspezione psicologica dei suoi personaggi. Amo l’eleganza con cui invita a serie riflessioni. Questa volta su come sia facile farsi convincere a fare qualcosa che non avremmo mai pensato di fare quando si è influenzabili.

Un noir stupendo che mi invoglia a dare più spazio nelle mie letture a questo genere.

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di settembre. Lo collego a "Storia del nuovo cognome" perchè gli autori sono entrambi italiani