giovedì 26 settembre 2019

"Storia del nuovo cognome", Elena Ferrante


Secondo volume della tetralogia di Elena Ferrante, che ho apprezzato tanto quanto il primo.
 
Elena Greco riprende a raccontare la sua storia e quella di Lila abbracciando qui tutto il periodo della giovinezza, a partire dal 1960 quando lei e l’amica, entrambe 16enni, crescono seguendo percorsi molto diversi, fino ad arrivare - con in mezzo anche una separazione geografica – alla primavera del 1967.

E’ sempre difficile per me parlare dei libri che sono il seguito di altri, ogni riferimento ai tanti episodi personali descritti (amori, occupazioni, famiglie, ecc) sarebbe uno spoiler de “L’amica geniale”.

Ciò che non è spoiler, ma storia, sono i vari riferimenti al clima sociale e politico italiano di quegli anni, quando gli onesti cominciavano a puntare il dito contro evasione fiscale, abusivismo edilizio, assenteismo dal lavoro, piaghe che ci rovinano ancora oggi.
Erano anche gli anni degli scontri fra la polizia e gli immigrati meridionali al nord, che sembra non ricordare più nessuno perché adesso gli immigrati di cui ci insegnano ad avere paura sono altri.

Lo sguardo si allarga oltre confine, dalle marce per la pace nel mondo e Martin Luther King alla Guerra dei sei giorni e al colpo di stato fascista in Grecia del ‘67.

E, anche questa volta, le vicende delle due protagoniste rendono inevitabili le riflessioni e il confronto fra quanto sia cambiata la vita in pochi decenni. Nessuna 17enne di oggi penserebbe di una coetanea già moglie e madre “beata lei che ha già tutto ciò che conta nella vita”; nessun giovane (per lo meno alla nostra latitudine) possiede un solo paio di scarpe; nessun ragazzino lavora d’estate dando ai genitori tutto il suo stipendio…

L’unico retaggio che purtroppo ancora sopravvive in certi uomini è la convinzione di avere pieno diritto e potere sulle donne e la cronaca recente ci ha sbattuto in faccia a livello giornalistico (non solo Bruno Vespa, ma anche alcuni scribacchini di certa carta stampata) che l’inconcepibile giustificazione del “troppo amore” non alberga solo negli ignoranti di fatto, ma anche in persone che pur avendo un titolo di studio, sono privi di intelligenza (e di umanità).

Reading Challenge 2019: collegamento a cascata con la traccia di settembre. Lo collego a "Romanzo rosa" perchè entrambi scritti da una donna