Scarborough
(Toronto), anni ‘90. Francis e Michael sono fratelli, hanno solo un
anno di differenza, ma sembrano di più: Francis è (o finge di
essere) quello sicuro, quello che ha gli amici giusti, quello che ha
successo con le ragazze. Michael è quello timido e un po’
imbranato. Sono canadesi dalla pelle scura, figli di immigrati
caraibici. Il padre è andato via di casa quando erano piccolissimi e
la madre li ha cresciuti da sola, tirando avanti con lavori umili, a
orari impossibili, raccomandando sempre ai figli di non sprecare le
loro opportunità.
Sì,
ma quali?
Michael
è la voce narrante e attraverso i suoi ricordi ricostruiamo il
passato, alcuni flashback di lui bambino, ma soprattutto scopriamo
cos’è accaduto dieci anni prima e capiamo perché nel titolo
manchi la “s” finale...
Secondo
romanzo di David Chariandy, il primo a essere tradotto in italiano.
Un perfetto esempio di come anche un romanzo breve (176 pagine) possa
essere bello e lasciare un segno importante. Nato e
cresciuto anche lui nei sobborghi di Toronto, con la stessa pelle scura di
Michael e Francis, in questa storia di fantasia sicuramente descrive
scenari reali: un quartiere difficile, la povertà, la
discriminazione.
Le
aspettative di chi è scappato dalla miseria e che spera in
un futuro migliore per
i propri figli, come tutti i genitori del mondo: atroce
che per molti sia difficile capire un concetto così semplice e
umano.
Reading
Challenge 2019: questo testo risponde alla Traccia di novembre
"l'ultimo libro che hai aggiunto alla tua whis list"