mercoledì 6 novembre 2019

"Brother", David Chariandy


Scarborough (Toronto), anni ‘90. Francis e Michael sono fratelli, hanno solo un anno di differenza, ma sembrano di più: Francis è (o finge di essere) quello sicuro, quello che ha gli amici giusti, quello che ha successo con le ragazze. Michael è quello timido e un po’ imbranato. Sono canadesi dalla pelle scura, figli di immigrati caraibici. Il padre è andato via di casa quando erano piccolissimi e la madre li ha cresciuti da sola, tirando avanti con lavori umili, a orari impossibili, raccomandando sempre ai figli di non sprecare le loro opportunità.
Sì, ma quali?

Michael è la voce narrante e attraverso i suoi ricordi ricostruiamo il passato, alcuni flashback di lui bambino, ma soprattutto scopriamo cos’è accaduto dieci anni prima e capiamo perché nel titolo manchi la “s” finale...

Secondo romanzo di David Chariandy, il primo a essere tradotto in italiano. Un perfetto esempio di come anche un romanzo breve (176 pagine) possa essere bello e lasciare un segno importante. Nato e cresciuto anche lui nei sobborghi di Toronto, con la stessa pelle scura di Michael e Francis, in questa storia di fantasia sicuramente descrive scenari reali: un quartiere difficile, la povertà, la discriminazione.

Le aspettative di chi è scappato dalla miseria e che spera in un futuro migliore per i propri figli, come tutti i genitori del mondo: atroce che per molti sia difficile capire un concetto così semplice e umano. 
 
Reading Challenge 2019: questo testo risponde alla Traccia di novembre "l'ultimo libro che hai aggiunto alla tua whis list"