lunedì 25 novembre 2019

"...Che Dio perdona a tutti", Pif


Palermo, giorni nostri. Arturo ha 35 anni, è single, fa l’agente immobiliare, gioca in porta a calcetto nella squadretta composta da colleghi e amici ed è ghiotto di dolci, soprattutto di quelli con la ricotta. Flora, figlia di pasticciere nonché proprietaria di una nuova pasticceria, è proprio la sua donna ideale. Ma Flora è anche una fervente cattolica. Per salvarsi ad Arturo, cattolico nella media, non basta andare con lei a messa o impersonare Gesù Cristo nella via crucis: quando Flora si accorge che Arturo non conosce le parole esatte con cui bisogna rispondere al prete durante la funzione, il rapporto vive il primo momento di crisi. Che però non sarà nulla rispetto a quando Arturo deciderà di professare la parola di Dio per tre settimane: perché è facile dirsi cattolici, ma comportarsi da cattolici lo è un po’ meno.

E bravo Pif: dietro al racconto di una storiella d’amore condita con scenette di vita quotidiana fra colleghi, amici e parenti, scrivendo con leggerezza e cercando di far divertire (nel mio caso riuscendoci spesso, con tanto di imbarazzanti risate in faccia alla gente), punta inesorabilmente il dito contro l’ipocrisia di chi vive la religione con una permessività di comodo che certo non fa parte del cristianesimo, tanto meno del cattolicesimo.

Pif si definisce agnostico, io sono atea: l’ultima cosa che vorrei è l’integralismo religioso in Italia, ma sicuramente gradirei una maggior coerenza, ad esempio non sentirmi dare della buonista quando difendo posizioni che a onor di logica dovrebbero appartenere più ai cattolici con cui discuto che a me.

"Quando sta male un caro o stiamo male noi, ci ricordiamo di essere cristiani. Quando un presunto invasore rischia di mettere in discussione “le nostre radici cristiane” alloro lo diventiamo. Pratichiamo il cristianesimo quando ci è più comodo. Quando vogliamo divorziare no, quando dobbiamo imporre il crocifisso sì, quando dobbiamo accogliere no, quando giuriamo sul vangelo sì. Perchè di san Francesco ci piace che parlasse ai lupi e agli uccellini, ma dimentichiamo quello che potremmo fare anche noi: donare tutto ai poveri, ma basterebbe anche la metà. Trattare il prossimo come un nostro fratello, anche quando nostro fratello ci tratta male.

Reading Challenge 2019: questo testo risponde alla Traccia casata di novembre "un libro di genere commedia-satira"