Palermo,
giorni nostri. Arturo ha 35 anni, è single, fa l’agente
immobiliare, gioca in porta a calcetto nella squadretta composta da
colleghi e amici ed è ghiotto di dolci, soprattutto di quelli con la
ricotta. Flora,
figlia di pasticciere nonché proprietaria di una nuova pasticceria,
è proprio la sua donna ideale. Ma Flora è anche una fervente
cattolica. Per salvarsi ad Arturo, cattolico nella media, non basta
andare con lei a messa o impersonare Gesù Cristo nella via crucis:
quando Flora si accorge che Arturo non conosce le parole esatte con
cui bisogna rispondere al prete durante la funzione, il rapporto vive
il primo momento di crisi. Che però non sarà nulla rispetto a
quando Arturo deciderà di professare la parola di Dio per tre
settimane: perché è facile dirsi cattolici, ma comportarsi da
cattolici lo è un po’ meno.
E
bravo Pif: dietro al
racconto di
una storiella d’amore condita
con scenette di vita quotidiana fra colleghi, amici e parenti,
scrivendo con leggerezza e cercando di far divertire (nel mio caso
riuscendoci spesso, con tanto di imbarazzanti risate in faccia alla
gente), punta inesorabilmente il dito contro l’ipocrisia di chi
vive la religione con una permessività di comodo che certo non fa
parte del cristianesimo, tanto meno del cattolicesimo.
Pif
si definisce agnostico, io sono atea: l’ultima cosa che vorrei è
l’integralismo religioso in Italia, ma sicuramente gradirei una
maggior coerenza, ad esempio non sentirmi dare della buonista quando
difendo posizioni
che a
onor di logica dovrebbero appartenere più ai cattolici con cui
discuto che a me.
"Quando
sta male un caro o stiamo male noi, ci ricordiamo di essere
cristiani. Quando un presunto invasore rischia di mettere in
discussione “le nostre radici cristiane” alloro lo diventiamo.
Pratichiamo il cristianesimo quando ci è più comodo. Quando
vogliamo divorziare no, quando dobbiamo imporre il crocifisso sì,
quando dobbiamo accogliere no, quando
giuriamo sul vangelo sì. Perchè di san Francesco ci piace che
parlasse ai lupi e agli uccellini, ma dimentichiamo quello che
potremmo fare anche noi: donare tutto ai poveri, ma basterebbe anche
la metà. Trattare il prossimo come un nostro fratello, anche quando
nostro fratello ci tratta male.”
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Challenge 2019: questo testo risponde alla Traccia casata di novembre
"un libro di genere commedia-satira"