domenica 3 novembre 2019

"Poirot a Styles Court", Agatha Christie


Essex (Inghilterra), estate del 1916. E’ il 5 luglio quando un giovane colonnello, Arthur Hastings, accetta l’invito di John Cavedish a trascorrere nel maniero della sua famiglia la convalescenza dopo una ferita riportata in guerra. La matrigna di John ha ereditato dal padre di questi la bella magione dove vi risiedono diverse persone, anche estranee alla famiglia, fra cui Alfred, il secondo marito dell’anziana signora, più giovane della moglie di una ventina d’anni, malvisto da tutti, domestici e dipendenti compresi.
Sarà quindi il principale sospettato quando la moglie muore per avvelenamento nella notte fra il 16 e il 17 luglio.
Il colonnello Hastings si farà da tramite coinvolgendo nel caso un suo vecchio conoscente recentemente incontrato in zona durante una passeggiata, un ex funzionario della polizia belga, rifugiatosi in Inghilterra dopo l’invasione del Belgio da parte della Germania nel 1914: Hercule Poirot, che risolverà brillantemente “il caso Styles”.

Primo romanzo giallo scritto da Agatha Christie nel 1920 e prima apparizione di Poirot. Quarto romanzo che leggo dell’autrice e potrei limitarmi a copiare parola per parola ciò che avevo scritto dopo aver letto “Dieci piccoli indiani”: il giallo anacronistico non fa per me.

Anche questa volta non trovo difetti, lo stile è scorrevole, i personaggi sono ben delineati, la trama è ben costruita e c’è un buon colpo di scena finale.

Ma continuo a non riuscire ad appassionarmi al genere, nemmeno un poco. E il tanto amato Poirot… io proprio non lo sopporto, né sulla carta, né tanto meno sullo schermo. Più antipatico di lui trovo solo la signora Fletcher… detto tutto.

Reading Challenge 2019: questo testo è una traccia gold del mese di novembre