sabato 30 maggio 2020

"Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare", Costanza Rizzacasa D'Orsogna


Milano, zona Brera, primavera. Milo è nato in un’aiuola, unico sopravvissuto della sua cucciolata. Qualcosa è andato storto durante la gravidanza o durante il parto, qualcosa che nell’arco di un mese si porta via anche la sua giovane mamma. Il micetto ha fame, ha freddo, ha paura… Piove, ma un ragazzo lo vede, si ferma, lo raccoglie, cerca mamma gatta e, non trovandola, lo porta a casa con lui. Lui ha già due gatti, ma ha anche una sorella che vive a Roma e pensa che lei potrà occuparsi del piccolo.
Nasce così il legame fra il gattino e l’autrice della storia…

Eccolo qui Milo:


Il librino aspettava da più di un anno nella mia libreria e solo adesso che mi sono decisa a leggerlo ho scoperto che si tratta di una storia vera e autobiografica: il ragazzo che nel 2013 ha salvato Milo a Milano è il fratello di Costanza Rizzacasa d’Orsogna. Ho anche appreso solo adesso che lei scrive sul “Corriere della Sera” e sull’inserto domenicale “La lettura”. E che è una grande animalista (un’animalista vegana, non di quelli che ti dicono di amare tanto gli animali e poi scopri che li amano anche nel piatto!).

Questa è la storia di Milo, un bel gattino disabile che mi ha tanto ricordato il mio Ronfino. Milo è affetto da ipoplasia cerebellare, mentre i problemi di Ronfino erano stati causati da un’otite non curata prima che lo trovassimo… o prima che lui trovasse noi piazzandosi davanti alla nostra edicola il 21 gennaio del 2001. Aveva il collo tutto storto e, come Milo, aveva problemi di equilibrio che compromettevano il salto, la corsa, ma anche il semplice camminare. Era buffissimo e intelligentissimo. Nei sei anni che ci ha regalato, fino all’8 gennaio 2007, perse prima l’udito e poi la vista per via del suo stato, adattandosi sempre in fretta alla sua nuova condizione.


La qualità della foto è pessima, ma l’ho scelta fra le tante perché rende evidente quanto Ronfino fosse adorabile!

Come è adorabile questo breve romanzo (o racconto lungo): scritto con uno stile semplice che lo rende una lettura perfetta per bambini e ragazzini, dà voce non solo al piccolo Milo, ma anche a tanti altri animali: il gabbiano Virgilio, lo scorpione G-Attila, la riccetta Giulia, il gatto privo di un occhietto Timone, la mucca Arianna e il suo vitellino Tobia, l’Astice senza una chela Cagliostro…

Ognuno di loro è un esempio di come sarebbe giusto (e meno ipocrita) rispettare tutti gli animali, non solo quelli “da compagnia”, ed evidenziano certe atrocità, dalla fine che fanno i crostacei quando vengono bolliti in pentola ancora vivi allo strazio di una mucca separata dal suo piccolo, come ben ricorda Arianna:

"Non ti faccio pietà? Quando leggi manzo sulle tue scatolette non sai che il manzo è un essere vivente come te? Che siamo noi? Ma davvero, oltre a tutto quello che patisco, mi merito lo scherno? Sai che al negozio di alimentari vendono la carne della linea Mucche Felici? Li chiamano prodotti cruelty-free, ma cruelty-free per chi? Come posso essere felice, io, sapendo che un giorno mi faranno a spezzatino?

Reading Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia artista di maggio