Holt
(Colorado), un
altro inizio
autunno. Sono passati due anni dalle vicende raccontate in “Canto della pianura”. Victoria Roubideaux ne ha
quindi 19 e la ritroviamo mentre sta per trasferirsi a Fort
Collins insieme alla piccola Katie per poter frequentare
l’università. Il legame fra lei e i fratelli McPheron è diventato
indissolubile da ambo le parti, al pari di quello che unisce tanti
veri nonni ai veri nipoti e viceversa…
E’
stato un piacere ritrovarli, sia loro che qualche altro personaggio
già apparso nel primo volume della trilogia, perché mi sembrava di
aver letto
che i tre romanzi avevano in comune solo la cittadina di Holt.
Ai
nuclei noti
se ne aggiungono tre nuovi: DJ Kephart, un ragazzino di 11 anni che
vive con l’anziano nonno; la trentenne Mary Wells e le sue due
bambine, loro vicine di casa; e i dolcissimi fratellini Wallace, Joy
Rae e Richie, figli di una coppia di disadattati.
Una
Holt degradata, ben diversa dalla cittadina di villette a schiera di
“Le nostre anime di notte”.
Un
intreccio di situazioni
atipiche e problematiche con
l’Haruf
più amaro che abbia letto finora: sono ben pochi gli spunti lieti o
positivi che emergono dal libro, i drammi la fanno da padroni,
vicende che coinvolgono facendo provare rabbia, istinto di protezione
verso i piccoli indifesi, maltrattati o “semplicemente” troppo
soli. Ma anche tenerezza verso gli anziani e
autentico dispiacere per un lutto.
Di
nuovo mi colpisce come questo autore riesca ad appassionare e
coinvolgere. Il modo in cui rendeva vivi i suoi
personaggi, senza sforzo, come se fosse la cosa più naturale
del mondo, mentre è una capacità che pochissimi scrittori hanno.
Per
fortuna NN Editore ha appena pubblicato l’unico suo romanzo che non era ancora stato tradotto in italiano, “La strada di casa”. Scritto nel 1990 e ambientato, come tutti gli altri, nell’immaginaria Holt, si pone quindi (per chi ha la fortuna di dover ancora
leggere le sue meravigliose opere) dopo “Vincoli: alle origini di Holt” e prima della trilogia. Io lo recupererò dopo "Benedizione".
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Challenge 2020: questo testo risponde alla traccia annuale "una trilogia" (2° volume)